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La società in cui viviamo in questa nostra epoca viene spesso definita come società della conoscenza o anche come società del rischio. Ma se all’ignoranza abbiamo sempre attribuito l’origine dei rischi e alla conoscenza la soluzione dei nostri problemi, come possiamo superare la contraddizione tra sovrabbondanza informativa e uso dannoso dell’informazione? Coniugando lavoro teorico e ricerca empirica, il volume intende rispondere a questo interrogativo esaminando il nesso che intercorre tra comunicazione e incertezza scientifica. Oggi più che mai, in piena infodemia, risulta essenziale non solo tematizzare la complessità specifica che ci ritroviamo a dover governare nella vita quotidiana, ma anche individuare modalità di analisi non banali, capaci cioè di scalfire quel dato per scontato che non funziona più, per progettare percorsi d’azione lucidamente realistici in uno scenario nuovo. Dai fenomeni meteorologici estremi all’innovazione biotecnologica basata sui virus, dalla regolamentazione degli OGM alla gestione dell’emergenza fitosanitaria del caso Xylella fastidiosa in Puglia, ciò che tiene insieme e consente un dialogo tra i diversi contributi è riassunto nel concetto multidimensionale di delega fiduciaria, a sua volta a fondamento di una evoluta democrazia rappresentativa. Essa, infatti, esprime il nesso di solidarietà tra individui, organizzazioni e istituzioni, che in una società funzionalmente differenziata non si dà mai in modo statico e definitivo, bensì risulta fortemente assoggettato a dinamiche che possono essere dissipative o costitutive di un nuovo assetto. Lo scoppio della pandemia Covid-19, che non ci ha ancora abbandonato, in quanto fatto sociale totale che non può avvalersi di esperti totali, non ha fornito solamente un ulteriore caso studio su cui riflettere, ma ha reso ancora più urgente l’elaborazione di un modello interpretativo delle dinamiche sociocomunicative che sostanziano quel concetto. L’utilità pragmatica del modello che qui presentiamo, sintesi preliminare e guida per ulteriori indagini volte a migliorarne la capacità euristica, è situabile nella sfera della gestione del rischio e nella sua comunicazione. Il lavoro del gruppo di ricerca rientra nelle attività del Centro interuniversitario MaCSIS (www.macsis.unimib.it/centro-macsis), costituito da Università degli Studi di Milano-Bicocca e Università degli Studi di Pavia, per la ricerca e sperimentazione nella comunicazione della scienza nella knowledge-society.

Il virus respiratorio SARS-CoV-2 (noto anche come coronavirus), che ha scosso il mondo a dicembre 2019, ha indubbiamente influenzato la vita della popolazione. Il virus, presumibilmente rilevato per la prima volta nella provincia cinese di Wuhan, era già stato rilevato in altre parti del mondo nel gennaio 2020. È importante ricordare che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Italia è stato uno dei primi paesi a manifestare segni del virus, quindi si può presumere che il virus abbia colpito maggiormente il paese per alcuni aspetti (in questo caso dalla prospettiva lessicale). In altre parole, poiché il virus si è diffuso rapidamente e in massa, ha influenzato non solo fattori finanziari come le banche, ma ha anche cambiato l’atteggiamento globale verso la salute o aree come il linguaggio umano oi media. Su Internet hanno cominciato ad apparire innovazioni nuove, ancora inadeguate, il cui significato non è stato sempre compreso sia dagli italiani di madrelingua che da altri italiani. Naturalmente, la mancanza di conoscenza non ha cambiato il fatto che il virus è stato, è e sarà parlato molto. Da un punto di vista neologico si può presumere che in un lasso di tempo così breve, durante il quale si sono sviluppate nuove derivate lessicali (parole), siano state prese improvvise decisioni morfologiche, sintattiche e fonetiche, che potrebbero non essere adeguate. Per esempio, c’è qualche dubbio che un prestito non adattato lockdown venga dall’inglese. È per questo motivo lo scopo di questo studio è quello di approfondire il più possibile le tendenze nella formazione e nell’adattamento delle parole italiane, sulla base del fatto che le condizioni favorevoli sviluppate durante la diffusione globale del virus SARS-Cov-2 (il tempo quando nuove unità lessicali relative al Covid-19 si sviluppavano e si adattavano quotidianamente). Per quanto riguarda l’analisi, la parte pratica discute più in dettaglio i tipi di nuove parole e le tecniche della loro creazione (composizione e derivazione) e descrive i requisiti, che sono stati poi utilizzati nella parte pratica. Per rendere mirata la parte analitica, è stato creato una lista di parole che meglio rappresentavano il lessico relativo a SARS-CoV-2 (per esempio, tamponare, quarantenare, DAD, lockdown, remotizzare, facciale filtrante ecc.). In altre parole, la lista riflette quali sono i principali neologismi presenti in italiano quando si parla di coronavirus in un ambito particolare, come quello dei media. Poiché non è raro per una simile opportunità di analizzare nuove parole così recentemente inserite nel lessico (in questo caso nel lessico italiano), questo fattore è molto importante per lo studio ulteriore. Per quanto riguarda la lista stessa, va anche detto che le nuove parole sono divise in cinque gruppi. I gruppi si distinguono per tipo dei neologismi, prestiti e calchi. Lo studio è stato condotto utilizzando un metodo descrittivo e analizzando gruppi specifici in base alla parola da cui ha avuto origine la parola stessa. Va notato che alcune parole sono state analizzate singolarmente per la loro unicità e originalità del caso. È stato quindi verificato se i descritti neologismi soddisfacessero i requisiti di formulazione e adattamento. Lo scopo di questo studio era quello di scoprire che tipo di neologismi causati dal coronavirus sono stati registrati maggiormente, quali requisiti per l’adattamento dei neologismi alla lingua italiana sono stati pienamente soddisfatti e quali sono stati solo soddisfacenti, quali tendenze neologiche sono state osservate in particolare nelle innovazioni associate al coronavirus. In questo studio, è stato osservato che il gruppo maggiore di neologismi in italiano sono prestiti non adattati e i neologismi di riduzione rappresentano la percentuale più piccola. È stato anche osservato che in quasi tutti i casi, per eccezione dei prestiti non adattati, l’obiettivo è quello di regolare il neologismo al sistema linguistico della lingua italiana. 2019 metų gruodį pasaulį sukrėtęs kvėpavimo takų virusas SARS-CoV-2 (dar kitaip vadinamas koronavirusu) neabejotinai turėjo įtakos populiacijos gyvenimui. Tariamai pirmąkart Kinijos provincijoje Uhane pastebėtas virusas jau 2020 metų sausį užfiksuotas kituose pasaulio kraštuose. Svarbu paminėti tai, kad Pasaulinės sveikatos organizacijos duomenimis, viena pirmųjų šalių, pajutusi šio viruso požymius, buvo Italija, tad galima prielaida, kad virusas tam tikrais aspektais paveikė šią šalį stipriausiai (šiuo atveju koncentruojamasi į leksinę perspektyvą). Kitaip tariant, kadangi virusas plito greitai ir masiškai, jis paveikė ne tik finansinius faktorius, tokius kaip bankų veikla, bet pakeitė ir visuotinį požiūrį į sveikatą ar tokias sferas kaip žmonių kalba ar žiniasklaida. Internete ėmė šmėžuoti nauji, dar neadaptuoti naujadarai, kurių reikšmė ne visada buvo suprantama tiek gimtakalbiams italams, tiek kitiems Italijos gyventojams. Žinoma, žinių stygius nepakeitė fakto, kad apie virusą buvo, yra ir bus kalbama labai daug. Žvelgiant iš neologinės pusės, galima prielaida, kad tokiu trumpu laikotarpiu, kurio eigoje išsivystė nauji leksiniai dariniai (žodžiai), buvo padaryti staigūs tiek morfologiniai, tiek sintaksiniai, tiek fonetiniai sprendimai, kurie galimai nėra adekvatūs. Pavyzdžiui, abejojama ar neadaptuotas skolinys lockdown, kilęs iš anglų kalbos. Būtent dėl šios priežasties šio tyrimo tikslas yra kuo labiau įsigilinti į italų kalbos naujažodžių darybos bei adaptacijos tendencijas, remiantis tuo, kad SARS-Cov-2 viruso plitimo pasaulyje laikotarpiu tam išvystytos palankios salygos (tai metas, kai su Covid-19 susiję nauji leksiniai vienetai kuriami ir adaptuojami kiekvieną dieną). Kalbant apie analizę, praktinėje dalyje plačiau aptariamos naujažodžių rūšys bei jų kūrimo technikos (itališkai composizione, derivazione) bei apibūdinami reikalavimai, kuriais vėliau remtasi praktinėje dalyje. Kad analitinė dalis vyktų tikslingai, buvo sukurtas sąrašas su žodžiais, kurie geriausiai reprezentuoja su SARS-CoV-2 susijusį leksikoną (pavyzdžiui, tamponare, quarantenare, DAD, lockdown, remotizzare, facciale filtrante ir t.t.). Kitaip tariant, sąrašas atspindi, kokie pagrindiniai neologizmai figūruoja italų kalboje tuomet, kai tam tikroje sferoje, pavyzdžiui, žiniasklaidoje, kalbama apie koronavirusą. Kadangi nedažnai pasitaiko tokia galimybė analizuoti taip neseniai į leksikoną (šiuo atveju italų kalbos) įtrauktus naujažodžius, šis faktorius labai svarbus tolimesniam tyrimui. Kalbant apie patį sąrašą, minėtina ir tai, kad naujažodžiai skirstyti į penkias grupes. Grupės išskirtos atsižvelgus į neologizmų, skolinių ir kalkių tipus. Tyrimas atliktas pasitelkus aprašomąjį metodą ir analizuojant konkrečias grupes, pagal tai, iš kokio žodžio kilęs pats naujadaras. Minėtina, kad kai kurie žodžiai buvo analizuojami pavieniui dėl savo išskirtinumo ir atvejo originalumo. Tuomet buvo tikrinama, ar minėtieji neologizmai atitinka formulavimo bei adaptavimo reikalavimus. Šiame darbe buvo siekta išsiaiškinti, kokios rūšies neologizmų, atsiradusių dėl koronosviruso, užfiksuota daugiausiai, kokie neologizmų adaptacijos į italų kalbą reikalavimai buvo išpildyti visapusiškai, o kurie tik patenkinamai, kokios neologijos tendencijos pastebėtos būtent su koronavirusu susijusiais naujadarais. Atlikus šį tyrimą, buvo pastebėta, kad didžiausia naujadarų dalis italų kalboje buvo būtent neadaptuoti skoliniai, o redukcijos neologizmai sudarė procentaliai mažiausią dalį. Taip pat pastebėta, kad beveik visais atvejais, išskyrus neadaptuotus skolinius, siekiama naujadarą pritaikyti italų kalbos lingvistinei sistemai.